Impianto transcatetere di valvola aortica


Benché gli esiti a breve e medio termine dell’impianto transcatetere della valvola aortica ( TAVI ) siano incoraggianti, sono disponibili dati limitati sulla funzione valvolare e sugli esiti clinici nel lungo periodo.

Pazienti ad alto rischio non-candidati a intervento chirurgico a causa di comorbilità, ma sottoposti con successo a impianto transcatetere della valvola aortica con una valvola a palloncino espandibile nel periodo 2005-2006 e ancora vivi dopo 30 giorni sono stati valutati attraverso esami clinici ecocardiografici e di tomografia computerizzata.

In totale, 70 pazienti sono stati valutati a un follow-up minimo di 3 anni.

Al follow-up mediano di 3.7 anni ( intervallo interquartile da 3.4 a 4.3 anni ), la sopravvivenza è stata pari al 57%, mentre quella a 1, 2 e 3 anni è stata, rispettivamente, di 81%, 74% e 61%.

Il 98.5% ( 1 paziente con endocardite ) è risultato libero da re-intervento.

Durante questa esperienza procedurale precoce, 11 pazienti sono deceduti entro 30 giorni, e 8 interventi non hanno avuto successo; includendo questi casi nell’analisi, la sopravvivenza generale è scesa al 51%.

I gradienti di pressione transaortica sono aumentati da 10 mmHg, subito dopo la procedura, a 12.1 mmHg dopo 3 anni ( P=0.03 ).

L’area della valvola bioprotesica è diminuita da una media di 1.7 cm(2) dopo la procedura a 1.4 cm(2) dopo 3 anni ( P minore di 0.01 ), e l’insufficienza aortica dopo l’impianto è risultata trascurabile o lieve nell’84% dei casi ed è rimasta invariata o è migliorata nel tempo.

Non sono stati osservati casi di deterioramento strutturale della valvola, frattura dello stent, deformazione o migrazione della valvola.

In conclusione, l’impianto transcatetere della valvola aortica ha mostrato una buona durata nel medio e lungo periodo, mantenimento della funzione emodinamica, senza segni di fallimento strutturale.
Questa procedura offre pertanto una soluzione adeguata e duratura per la stenosi aortica in pazienti selezionati. ( Xagena2010 )

Gurvitch R et al, Circulation 2010; 122: 1319-1327



Cardio2010



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